Quante volte sogni ma non ricordi cosa? Ecco quello che dicono gli scienziati a riguardo, è incredibile

Qual è il motivo per cui dimentichiamo i sogni al risveglio? La scienza ha trovato una connessione tra ipotalamo e ippocampo. 

Al mattino quando ci svegliamo difficilmente ricordiamo i sogni della notte appena trascorsa. Responsabili della dimenticanza un gruppo di neuroni.

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Coma mai i sogni non sempre si ricordano – Oltreradio.it

Ogni notte il nostro corpo attraversa più volte un ciclo del sonno composto da cinque fasi. In base alla fase in cui ci si trova ci muoviamo, sogniamo e dormiamo profondamente. Il sonno, dunque, non è una condizione di calma totale. Possiamo cambiare posizione, modificare il ritmo della respirazione, svegliarci fino a venti volte senza nemmeno rendercene conto.

Le cinque fasi sono l’addormentamento (fase di transizione tra veglia e sonno), il sonno leggero (transizione verso un sonno profondo, possono verificarsi contrazioni muscolari), due stadi del sonno profondo (della durata massima di un’ora), il sonno Rem (la soglia di risveglio è altissima, i muscoli sono completamente rilassati ed è in questa fase che si sogna). Durante il sonno possono verificarsi molte fasi Rem con la prima che inizia circa 90 minuti dopo essersi addormentati.

Perché si dimenticano i sogni, i neuroni responsabili

I neuroscienziati cercano da molti tempo di comprendere cosa faccia il cervello durante il sonno. Per alcuni immagazzina ricordi, per altri elimina le informazioni in eccesso. Ultimamente sono giunti a nuove conclusioni studiando l’oressina, un ormone coinvolto nella narcolessia ossia la patologia che provoca una sonnolenza perenne nonché debolezza muscolare e allucinazioni. Causa della narcolessia la perdita di neuroni che generano oressina nell’ipotalamo. Continuando l’indagine hanno scoperto come alcune cellule intorno all’ipotalamo produttrici di melatonina rimangono attive durante la fase Rem del sonno.

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L’indagine che spiega perché dimentichiamo i sogni – Oltreradio.it

Da qui l’ipotesi che queste cellule risultino coinvolte nell’apprendimento e nella memoria. A confermare il sospetto la registrazione di scambi di segnali elettrici tre le cellule dell’ipotalamo e l’ippocampo, centro della memoria del cervello. È nata così l’idea che durante la fase Rem venga attuato qualche processo connesso alla memoria proprio quando le cellule Mch sono più attive.

Per dimostrarla hanno condotto delle ricerche sui topi. Tramite tecniche genetiche hanno attivato e disattivato i neuroni Mch nei roditori mentre erano sottoposti a test sulla memoria. In fase di attivazione la memoria peggiorava, durante la disattivazione migliorava. Tale ruolo solo durante la fase Rem del sonno. Di conseguenza sembrerebbe che i neuroni Mch aiutino il cervello a dimenticare le nuove informazioni non considerate importanti. E dato che i sogni avvengono nella fase Rem quando le cellule sono attive, il contenuto viene archiviato nell’ippocampo e il sogno dimenticato.

Oltre a spiegare perché non ricordiamo i sogni al risveglio, la ricerca potrà risultare utile per comprendere meglio alcuni disturbi della memoria e del sonno.

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