La sindrome dell’impostore può rovinarvi la vita: come riconoscerla e come combatterla in modo efficace

Alcune persone vivono in uno stato di costante ansia per la paura di essere smascherati: si tratta della sindrome dell’impostore. Scopriamola

Non tutti vivono tranquillamente la propria vita. “La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per l’intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia”, diceva Shopenhauer. Niente di più vero.

come riconoscere la sindrome dell'impostore
Non cadere nella sindrome dell’impostore – Oltreradio.it

Infatti queste emozioni negative nella vita possono essere una costante, un problema invalidante che può avere diverse cause. Alcune persone in particolare vivono nella costante paura di essere smascherate e si sentono come impostori o bugiardi pur non avendo commesso alcunché.

Questo pare succeda per delle cause ben precise. Innanzitutto, si può sottolineare che all’apice ci sia la mancanza di autostima e una forte autocritica che può veramente portare alla distruzione. Inevitabilmente non si riesce a vivere come si dovrebbe, ovvero in tranquillità, facendo passo dopo passo, senza pesi o ansie e senza avere la sensazione di essere seguiti da chissà quale mostro.

La sindrome dell’impostore: ecco come riconoscerla

Scavando in fondo a questo problema, vi è una forte paura di fallire. Pertanto le persone che vivono questo disturbo credono che ogni risultato raggiunto non sia frutto della propria bravura, bensì di altri fattori. Da qui la paura di essere “scoperti”, un meccanismo mentale deleterio, che non fa godere dei traguardi raggiunti, non fa gioire dei frutti degli sforzi fatti.

come funziona la sindrome dell'impostore
La sindrome dell’impostore, una situazione invalidante – Oltreradio.it

Non si tratta di falsa modestia, ma di pensieri continui e ossessivi radicati nella propria psiche, che perseguitano il soggetto in ogni sua movenza. Addirittura si finisce per non accettare delle sfide, degli incarichi, di ricoprire dei ruoli per paura di essere stati selezionati solo per fattori di falsa apparenza, non vera capacità.

E, non tanto per questioni etiche ci si tira indietro, quanto per il pensiero perpetuo quasi di non essere in grado, di non riuscire. Il costante confronto con gli altri, la necessità di superare tutti (e non per il piacere di farlo), ma per superare sé stessi. Sì, perché anche il primo posto non soddisfa, non dà felicità né tranquillità, toglie il sorriso, l’allegria, la voglia di vivere. Vien da sé che una terapia cognitivo comportamentale sia la soluzione per risolvere il problema.

Il passo da fare è quello di rivolgersi ad uno specialista del settore, che possa davvero capire se si tratti di questo disturbo e mettere in pratica, così, la strategia migliore. Questa condizione può davvero essere frustrante e, se non risolta, durare e peggiorare nel corso della vita, limitare nelle scelte e creare insoddisfazioni, pentimenti, angosce.

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